Il cervello: com'è fatto? Questo organo così misterioso, che contiene in sé tutte le nostre percezioni, emozioni, insomma il nostro mondo. Quali sono le sue parti, come ci orientiamo al suo interno? In questo articolo si cercherà di fornire una bussola per gli esploratori dell'organo che forma e gestisce la nostra esistenza.

Com'è fatto l'organo che nel nostro cranio elabora la nostra realtà, contiene i nostri pensieri e persino fa da sede alle nostre decisioni, al nostro libero arbitrio? Conoscere le sue aree e con esse le sue funzioni è la base per potersi orientare nell'infinità di processi che avvengono al suo interno.
Cominciamo con delle informazioni facili. Il cervello si compone di due emisferi, uniti fra loro da un insieme di fibre dette corpo calloso. Sebbene anatomicamente simili, i due emisferi hanno funzioni molto differenti e la loro separazione comporta una sindrome nota in neurologia col termine di "Split Brain", che approfondiremo in un altro articolo. Nell'immagine, potete osservare l'emisfero sinistro. Ogni emisfero è a sua volta composto da quattro lobi principali: il lobo frontale in rosso, il lobo parietale in giallo, il lobo temporale in blu e il lobo occipitale in verde. In ogni lobo specifiche aree portano avanti precisi compiti per fornirci la complessità di percezioni e comportamenti che distinguono il nostro vissuto; prima di addentrarci in questo argomento però finiamo la nostra disamina anatomica. Dall'immagine potrete osservare che il cervello è fatto un po' come una noce: ci sono parti in rilievo, dette "giri", e parti scavate dette appunto "solchi", se questi sono particolarmente marcati si parla di "scissure". Le principali scissure sono la scissura di Rolando o centrale, che divide il lobo frontale dal parietale, e la scissura di Silvio, che separa il lobo temporale dai due precedenti; la scissura occipitale divide il lobo occipitale dal parietale.
Analizziamo ora le macro-aree. La zona che vi ho appena presentato prende il nome di telencefalo: è la più estesa ed è anche il substrato materiale delle funzioni di più alto livello. Annidate al suo interno, al centro del nostro cranio, poche ma fondamentali strutture compongono il diencefalo: qui troviamo il talamo, l'ipotalamo e i gangli della base. Il primo è una sorta di centro di smistamento e di elaborazione intermedia di ogni stimolo:quasi tutte le percezioni e le emozioni passano da lui nella loro via elaborativa. Il secondo è il re delle funzioni endocrine: fame, sete, comportamento sessuale, crescita e minzione devono il loro funzionamento a lui. Infine i gangli della base, composti da globo pallido, putamen, nucleo subtalamico e fornice sono indispensabili per movimento e sensazioni di ricompensa. Verranno dedicati più articoli ai nuclei diencefalici, piccoli ma indispensabili pilastri del nostro cervello. Sotto il diencefalo e il telencefalo, diciamo all'altezza della nostra nuca, si estende il mesencefalo: tetto e tegmento sono le aree prevalenti, responsabili del ritmo sonno veglia, dei riflessi visivi e uditivi e di alcune funzioni fisiologiche. Il cervelletto li sovrasta posteriormente, con il ruolo indiscusso di coordinatore dei movimenti volontari. Anche a lui, dedicherò un articolo più approfondito. Ancora più sotto, diciamo tra nuca e collo vero e proprio, ecco il rombencefalo, centro di congiunzione tra sistema nervoso periferico e centrale; un danno a questa zona implica gravi problemi nella respirazione, nel battito cardiaco e nella pressione sanguigna.
Riemergiamo verso gli strati superiori del telencefalo. Appena sopra il corpo calloso, che a sua volta potremmo dire racchiuda il diencefalo, troviamo uno strato di corteccia detta corteccia cingolata: essa ha molteplici funzioni, tra cui la regolazione emotiva e la regolazione sensoriale. Al di sopra ecco la nostra neocorteccia e i lobi che prima avevamo momentaneamente abbandonato. Il neurologo tedesco Brodmann suddivise la corteccia in aree funzionali numerate, che da lui appunto prendono il nome di aree di Brodmann (BA); alcune fra esse sono di estrema rilevanza, come noteremo fra poco. Cominciamo la disamina dei nostri lobi. Partendo dalla parte posteriore, il lobo occipitale è il polo dell'elaborazione visiva e vi ha sede infatti la corteccia visiva primaria (BA17). Qui i segnali provenienti dai nostri occhi vengono elaborati nelle percezioni complesse che ogni istante costituiscono il nostro mondo. Le vie visive sono uno tra i temi più studiati dalle Neuroscienze, pertanto sono degne un articolo a loro completamente dedicato. Più avanti, possiamo osservare il lobo parietale, sede principale di integrazione multisensoriale: qui segnali visivi, motori e spaziali si dialogano fra loro per dare vita alle percezioni complesse che viviamo. Qui spicca inoltre per importanza la corteccia somatosensoriale, posta appena dietro alla scissura di Rolando (BA3, BA1, BA2). In questa fetta di cervello vengono convogliate tutte le sensazioni tattili: è grazie a lei che distinguiamo al tatto le nostre chiavi di casa in tasca o in borsetta. Al di sotto, sviluppantesi orizzontalmente, si delinea il lobo temporale. Nascosto al suo interno giace l'ippocampo, importante sede dell'immagazzinamento dei nostri ricordi. Corticalmente, la BA22 emerge come primaria responsabile della comprensione del linguaggio. L'ultimo lobo che ci rimane da analizzare è il lobo frontale . Un signore di nome Phineas Gage ebbe un incidente per il quale una grossa punta di metallo si andò a conficcare esattamente nel suo lobo frontale. Lui sopravvisse ma non fu più lo stesso: il comportamento divenne sfacciato, volgare e disinibito, causandogli non pochi problemi nella vita di tutti i giorni. La corteccia orbitofrontale, situata nella sezione inferiore della nostra area rossa, era l'area più danneggiata; oggi sappiamo che è responsabile insieme alla cingolata anteriore del controllo dei nostri impulsi: è grazie a lei che non insultiamo il collega che ci dà fastidio da un'ora o non mostriamo comportamenti sessualmente espliciti in pubblico. Superiormente, appena dietro il centro della nostra fronte, identifichiamo la corteccia ventromediale, deputata invece a una delle più importanti funzioni dei primati: la Teoria della Mente. Su questo argomento, verrà scritto un articolo apposito; per il momento, basti sapere che è la capacità di empatia e comprensione del pensiero e dell'emozione di un altro individuo. Non è necessario essere scienziati per intuire che questa funzione sia alla base del vivere sociale. Il danno a quest'area produce una psicopatia acquisita. Infine, lateralmente ed estesa verso la parte superiore dell'encefalo spicca la corteccia dorsolaterale, impegnata nel controllo delle funzioni cognitive superiori, quali astrazione, working memory, problem-solving e flessibilità cognitiva. Uno dei danni maggiori negli incidenti stradali coinvolge proprio quest'area, dando luogo a una sindrome che affligge il paziente con l'incapacità di cambiare una strategia fallimentare in un compito o di muoversi nei ragionamenti astratti.
Molto ci sarebbe da dire ancora a proposito di questo meraviglioso organo, che in un volume poco più grosso di un pugno dirige un intero corpo e dà accesso persino all'idea di Dio. Questo post ha l'obiettivo di fornire solo le principali informazioni per orientarsi nell'universo delle funzioni cerebrali senza perdersi, conquistando un lessico specifico che aiuti a intendere i post di questa sezione. Sebbene possa sembrare più tecnico e forse più noioso, il fascino di scovare in un organo muto le sue molteplici funzioni, di saperle localizzare e di poter dunque prevedere cosa accada in conseguenza di un danno specifico o cosa sia attivo mentre facciamo una certa attività penso sia impagabile.
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A presto!
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